Nel Medioevo tutti i borghi nascevano intorno ad un castello.
Così anche Malpaga è nato intorno al suo castello.
La storia attribuisce la sua costruzione ad un ricco ghibellino verso la prima metà del Trecento.
Correva l’anno 1456 quando il Colleoni lo acquistò per 100 ducati d’oro e decise di trasformarlo da antica fortezza ad accogliente residenza privata.
Il castello è protetto da due cerchia di mura e da due fossati: entro il primo, ormai scomparso, c’erano le scuderie e gli alloggi dei soldati; il secondo fossato circonda tutt’oggi il maniero.
Superato l’ampio portone situato nel lato sud si entra nell’androne e si giunge alla fortezza.
Ciò che più colpisce il visitatore non appena varcata la soglia sono i grandi affreschi sulle mura esterne e sotto il portico, attribuiti al Romanino. Famoso l’affresco sulla “battaglia della Riccardina”, ultima impresa bellica del Colleoni. Bene conservati anche una serie di affreschi nei saloni dove il Capitano era solito trascorrere le sue giornate oltre ad uno splendido ciclo di gotico internazionale ai piani superiori.
Tra una battaglia e l’altra il grande condottiero teneva corte ospitando uomini famosi del tempo: Re Cristiano I di Danimarca, Borso d’Este marchese di Ferrara.
Nonostante non avesse un’educazione letteraria, il Colleoni ospitò artisti, poeti e scrittori tra i quali, il poeta bergamasco Jacopo Tiraboschi e il pittore Bartolomeo da Prato. Ogni evento era occasione di festa con tornei, gare, musicanti e buffoni, dame e cavalieri.
Era il 2 novembre 1475 quando nel castello di Malpaga, il grande condottiero si spegneva. La salma fu trasportata a Bergamo sopra un carro coperto da un drappo nero e trainato da cavalli neri.
Ricordiamo una biografia del Colleoni scritta da Antonio Cornazzano e splendidamente conservata presso l’archivio della Biblioteca Angelo Mai in Bergamo. Oggi il castello è proprietà della Malpaga SpA che collabora attivamente con il Comune e le associazioni del paese alla realizzazione di diverse attività culturali e della rievocazione storica .
(testo a cura di Padre Santino Epis)
Il castello è aperto alle visite guidate: